VIAGGIO NEL TEMPO
de Luciano Palomba
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Acerca del libro
Viaggio nel tempo non è una raccolta di ricordi giovanili: è un divertente affresco della Roma degli anni ’20-’30. Erano anni difficili, anni di transizione tra un secolo ed un altro, gli anni della marcia su Roma, dell’avvento della dittatura. Ma nel libro tutto questo cambiamento politico e culturale è solo un eco lontana, che fa da sfondo alla vera protagonista di questo libro: Roma.
La Roma che ci viene raccontata con gli occhi del giovane Luciano è un mondo di fatti quotidiani, di mode del momento, di vita dei ragazzi di quegli anni. È la Roma delle balie che venivano da paesetti vicini e che avevano diritto al “corredo” e ai coralli; è la Roma degli orti coltivati in proprio o delle pecore che potevano rappresentare un investimento familiare; è la Roma dei primi anni del cinema fatto con mezzi artigianali; è la Roma non ancora metropoli, che conservava tanti aspetti del piccolo paese.
Per un ragazzino di allora, Roma era un mondo da scoprire, sperimentare ed anche da far girare a proprio vantaggio con piccole furberie. “L'arte di arrangiarsi" è una virtù presente in molti personaggi di questo libro. C’è il soldatino che riesce a farsi mandare dal padre i soldi per portare al cinema la moglie del colonnello, raccontando di aver “rotto il cannone”; c’è il pastore imbroglione che sostituisce pecore di razza pregiata con altre, approfittando delle scarse conoscenze del padrone; c’è la sveglia ragazzina paesana che “si arrangia” facendosi pagare per un bacio dal ragazzino di città. E soprattutto ci sono Luciano e i suoi amici che dell’arte di arrangiarsi avevano fatto un obiettivo di vita. Come giocare a tennis senza racchetta, senza scarpe e anche senza campo? Ci si arrangia! È su questo punto che si intravede un aspetto importante dell’epoca cioè il ruolo rivestito dal partito fascista nella vita dei giovani. Il Fiduciario del partito era una persona che interveniva per risolvere i problemi, anche quelli del campo da tennis; e non era temuto ma al contrario era anche lui una persona che si poteva imbrogliare bonariamente con piccole o grandi bugie. Certo contro la scuola dei figli del Duce anche a tennis non si poteva che perdere, ingiustamente, ma perdere. E anche questa è una lezione che viene imparata presto da Luciano e dagli altri.
Viaggio nel tempo è un racconto sulla vita quotidiana di Roma nei primi anni del secolo scorso. Chi è romano lo apprezzerà perché evoca fatti e cose altrimenti dimenticati e perché scritto in parte in quell’italiano romanizzato (il cosiddetto romanaccio) che è ancora oggi il modo di esprimersi a Roma. Chi non è di Roma lo apprezzerà per quello che racconta e trasmette sui sentimenti semplici di allora.
ps: This book is in italian
La Roma che ci viene raccontata con gli occhi del giovane Luciano è un mondo di fatti quotidiani, di mode del momento, di vita dei ragazzi di quegli anni. È la Roma delle balie che venivano da paesetti vicini e che avevano diritto al “corredo” e ai coralli; è la Roma degli orti coltivati in proprio o delle pecore che potevano rappresentare un investimento familiare; è la Roma dei primi anni del cinema fatto con mezzi artigianali; è la Roma non ancora metropoli, che conservava tanti aspetti del piccolo paese.
Per un ragazzino di allora, Roma era un mondo da scoprire, sperimentare ed anche da far girare a proprio vantaggio con piccole furberie. “L'arte di arrangiarsi" è una virtù presente in molti personaggi di questo libro. C’è il soldatino che riesce a farsi mandare dal padre i soldi per portare al cinema la moglie del colonnello, raccontando di aver “rotto il cannone”; c’è il pastore imbroglione che sostituisce pecore di razza pregiata con altre, approfittando delle scarse conoscenze del padrone; c’è la sveglia ragazzina paesana che “si arrangia” facendosi pagare per un bacio dal ragazzino di città. E soprattutto ci sono Luciano e i suoi amici che dell’arte di arrangiarsi avevano fatto un obiettivo di vita. Come giocare a tennis senza racchetta, senza scarpe e anche senza campo? Ci si arrangia! È su questo punto che si intravede un aspetto importante dell’epoca cioè il ruolo rivestito dal partito fascista nella vita dei giovani. Il Fiduciario del partito era una persona che interveniva per risolvere i problemi, anche quelli del campo da tennis; e non era temuto ma al contrario era anche lui una persona che si poteva imbrogliare bonariamente con piccole o grandi bugie. Certo contro la scuola dei figli del Duce anche a tennis non si poteva che perdere, ingiustamente, ma perdere. E anche questa è una lezione che viene imparata presto da Luciano e dagli altri.
Viaggio nel tempo è un racconto sulla vita quotidiana di Roma nei primi anni del secolo scorso. Chi è romano lo apprezzerà perché evoca fatti e cose altrimenti dimenticati e perché scritto in parte in quell’italiano romanizzato (il cosiddetto romanaccio) che è ancora oggi il modo di esprimersi a Roma. Chi non è di Roma lo apprezzerà per quello che racconta e trasmette sui sentimenti semplici di allora.
ps: This book is in italian
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