Slow Venice
de Elisa Posella e Giulio Speranza
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Acerca del libro
L’ultima volta a Venezia, nel 2005, l’invasione dei turisti ci era sembrata insopportabile.
I veneziani ci apparivano come miraggi, al punto da farci domandare dove fossero i supermercati, come segnali di una banale quotidianità divenuta difficile da rintracciare.
L’approccio con la città era così passato dallo stupore iniziale, che fa apparire Canal Grande come una grande giostra scintillante, alle emozioni un po’ scontate delle guide turistiche, con la conseguente, nervosa ricerca di uno spazio di “normalità” e quieto vivere, lontano dall’ansia del turismo a tutti i costi e dallo shopping compulsivo delle calli più trafficate...
I veneziani ci apparivano come miraggi, al punto da farci domandare dove fossero i supermercati, come segnali di una banale quotidianità divenuta difficile da rintracciare.
L’approccio con la città era così passato dallo stupore iniziale, che fa apparire Canal Grande come una grande giostra scintillante, alle emozioni un po’ scontate delle guide turistiche, con la conseguente, nervosa ricerca di uno spazio di “normalità” e quieto vivere, lontano dall’ansia del turismo a tutti i costi e dallo shopping compulsivo delle calli più trafficate...
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